venerdì 27 giugno 2014

Fumo di Sigaretta e Osteointegrazione degli Impianti

Il processo di osteointegrazione degli impianti dentali venne scoperto dal professore svedese Per-Ingvar Branemark, che per primo condusse esperimenti scientifici sulla disciplina. 


Per osteointegrazione si intende l'unione diretta tra l'osso ed un impianto artificiale, in modo che gli impianti risultino stabilmente fissati all' interno dell'osso.



Gli impianti sono realizzati in titanio, con una micromorfologia creata appositamente per favorire l'unione con l'osso.


Il successo della terapia implantare è, secondo la letteratura scientifica odierna, intorno al 97%


Cause di fallimento dell'osteointegrazione degli impianti: il fumo di sigaretta!

L'integrazione dell'impianto nell'osso tuttavia può talvolta non avvenire in modo auspicato ed in casi estremi portare ad un fallimento della terapia stessa. Una delle cause che possono essere correlate alla diminuita integrazione ossea degli impianti è il fumo di sigaretta. 


Alcuni recenti studi hanno valutato la correlazione tra fumo ed integrazione degli impianti nell'osso, giungendo alla conclusione che i soggetti esposti al fumo hanno mostrato un diminuito volume di neoformazione di osso ed una diminuzione nei processi di riparazione ossea rispetto ai soggetti non fumatori.


I processi di migrazione, proliferazione e differenziazione delle cellule formanti nuovo osso possono infatti essere alterati da abitudini viziate quali alcolismo, fumo e consumo di caffè.



Per quanto riguarda gli effetti negativi del fumo sul metabolismo osseo, essi sono dovuti principalmente all'azione della nicotina che riduce i livelli di minerali nella matrice ossea, ritarda i processi di riparazione, diminuisce la quantità di cellule immunitarie quali macrofagi e neutrofili, abbassa il microafflusso sanguigno, favorisce la formazione di microtrombi sanguigni e riduce l'apporto di nutrienti ai tessuti.



Per concludere, anche in soggetti fumatori ci si deve aspettare che gli impianti rimangano integrati all'osso, ma la formazione di nuovo osso avverrà in misura minore e più lentamente rispetto ai soggetti non fumatori.






  • Andrade AR, Sant'Ana DC, Mendes JA Jr, Moreira M, Pires GC, Santos MP, Fernandes GJ, Nakagaki WR, Garcia JA, Lima CC, Soares EA. Effects of cigarette smoke inhalation and coffee consumption on bone formation and osseous integration of hydroxyapatite implant. Braz J Biol. 2013 Feb;73(1):173-7.
  •  Busenlechner D, Fürhauser R, Haas R, Watzek G, Mailath G, Pommer B. Long-term implant success at the Academy for Oral Implantology: 8-year follow-up and risk factor analysis. Periodontal Implant Sci. 2014 Jun;44(3):102-8.







giovedì 19 giugno 2014

Espansione Ossea tramite "Split Crest"

Una delle controindicazioni relative all'inserimento degli impianti è la presenza di creste sottili (in gergo chiamate "creste a lama di coltello") causate da un riassorbimento osseo di tipo orizzontale. 

La tecnica di Split Crest Tradizionale con l'uso degli osteotomi e la Tecnologia Piezosurgery permette l'inserimento degli impianti anche in presenza di creste sottili, diminuendo il disagio fisico e psicologico che il paziente avrebbe se dovesse sottoporsi ad interventi di ricostruzione ossea. 

Con l'utilizzo della Piezosurgery si possono effettuare tagli nell'osso, sottili e precisi, grazie alle angolazioni dei taglienti e alla loro particolare sottigliezza (0,25 mm). Il grande vantaggio della piezochirurgia rispetto alle frese tradizionali è il suo taglio selettivo, l'osso viene poco traumatizzato durante il taglio e la guarigione postoperatoria è migliore. 

Lo Split Crest prevede un’accurata fase di diagnosi. Dallo studio di quella che è la morfologia delle creste si può capire se è possibile realizzare una split crest oppure se è meglio optare per altre tecniche chirurgiche. La presenza di una cresta ossea residua di due o più elementi dentari mancanti, con le corticali vestibolare e palatale separate da una congrua zona di midollare con uno spessore osseo minimo di 3 mm è un'indicazione per l'esecuzione dello split crest. Al contrario, forme anatomiche a clessidra o a base stretta con spessori più sottili (spesso con completa fusione delle corticali ossee) indirizzano il professionista verso la scelta di altre tecniche. 

La tecnica dello split crest può con maggiore difficoltà essere associata a tecniche di aumento verticale di osso in quanto è proprio la parte apicale dell’osso residuo che deve fornire la stabilità primaria all’impianto. La tecnica dello split crest è una procedura ricostruttiva valida e permette il posizionamento immediato degli impianti.

Diversi studi hanno dimostrato come la percentuale di successo implantare di impianti posizionati dopo split crest si aggira intorno al 97%*.

Il seguente studio** mostra che il tasso di successo degli impianti collocati contemporaneamente al split crest eseguita con piezosurgery è nel complesso intorno al 97,2% (95% nel mascellare superiore, 100% nella mandibola). Nessun impianto è fallito durante i 3 anni di follow-up. Il piezosurgery è prevedibile per eseguire le procedure split-crest, diminuisce il rischio di alterazione dei tessuti molli e annula il rischio di necrosi termica dell'osso.


*Alternative bone expansion technique for implant placement in atrophic edentulous maxilla and mandible; J Oral Implantol.; Demetriades N1, Park JI, Laskarides C. 

**Split-crest and immediate implant placement with ultrasonic bone surgery (piezosurgery): 3-year follow-up of 180 treated implant sites; Quintessence Inc.; Blus C1,Szmukler-Moncler S, VozzaI, Rispoli L, Polastri C